Recensione di Le cicatrici che nessuno vede di Marina Giontella
Marina Giontella confeziona un thriller avvincente con Le cicatrici che nessuno vede, un romanzo che cattura il lettore fin dalle prime pagine grazie a un protagonista tormentato e a un intreccio ricco di colpi di scena.
Il detective Pietro Trevisani è un personaggio complesso e ben delineato: un uomo segnato da un errore fatale che lo costringe a lasciare la caotica città per rifugiarsi nella tranquillità di Todi, un piccolo gioiello dell’Umbria. Tuttavia, quella che sembrava essere una fuga da un passato opprimente si trasforma ben presto in una nuova sfida. Todi, con il suo fascino antico e le sue stradine silenziose, diventa teatro di una serie di omicidi macabri e intricati, che trascinano Pietro in un’indagine mozzafiato.
La trama si snoda tra suspense e mistero, mantenendo alta la tensione. Gli omicidi sono accompagnati da strani simboli incisi sui corpi delle vittime, un dettaglio inquietante che richiama antiche superstizioni e misteri irrisolti. L’indagine di Trevisani diventa una corsa contro il tempo per decifrare questo oscuro enigma e prevenire ulteriori crimini.
Giontella riesce a creare un’atmosfera densa e palpabile, in cui la bellezza serena del paesaggio umbro contrasta con l’orrore dei delitti. I dialoghi sono credibili, i personaggi secondari ben tratteggiati, e l’introspezione psicologica del protagonista aggiunge profondità al racconto.
Un punto di forza del romanzo è il tema delle “cicatrici invisibili”, che non riguarda solo Pietro, ma anche i segreti e i traumi che ogni personaggio sembra portare con sé. Questa riflessione conferisce al libro una dimensione umana e toccante, rendendolo più di un semplice thriller.
In definitiva, Le cicatrici che nessuno vede è un romanzo che conquista sia per la sua trama avvincente che per la capacità di scavare nei recessi dell’animo umano. Consigliato a chi ama i thriller psicologici e le storie che tengono il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.